Qui di seguito è possibile scaricare il rapporto infosfera 2018.

Definizione

Con il termine infosfera nella filosofia dell’informazione si intende la globalità dello spazio delle informazioni. Pertanto l’infosfera include sia il ciberspazio (Internet, telecomunicazioni digitali) sia i mass media classici.

La quantità di dati e di informazioni prodotta dall’umanità digitale ha raggiunto misure ipersensibili. La società delle reti creerà 163 zettabyte di dati all’anno entro il 2025: una alluvione digitale. L’era dello zettabyte (pari a 1,1 trilioni di gigabyte) è iniziata nel 2016 e indica lo tsunami di dati che sta sommergendo il nostro mondo, un fenomeno che necessita continuamente di nuovi ordini di misura, come il brontobyte, pari a 10 alla 27° potenza di byte. Circa 1.024 brontobytes costituiscono un geopteo.

Ciò ha determinato un serbatoio immenso di contenuti e notizie, dove però appare sempre più complicato verificare la veridicità e l’autorevolezza, sovvertendo de facto ogni regola del sistema informativo tradizionale. Per indicare tutto ciò, Luciano Floridi, uno dei maggiori esperti della filosofia dell’informazione, sulla falsariga di “biosfera”, ha coniato il termine “infosfera”.

Nuovo sistema

In questo nuovo sistema emerge la difficoltà di facoltà critica ed esperienziale nel distinguere il reale dal falso, cui si contrappone un’accelerazione del tempo mentale senza precedenti, che enfatizza i tratti dell’iperattività, della transitorietà e dell’incertezza, che sono tipici dell’era postmoderna.
I social media e i supporti digitali stanno rimodulando le facoltà mentali dell’individuo, il pensiero profondo, l’attenzione e la memoria. Il 69,34% degli italiani registra e memorizza le informazioni di cui ha bisogno sul telefono.
Gli italiani non sono in grado di capire se la propria memoria funziona meglio o peggio. Il 16,78% ha problemi di concentrazione.

La nostra capacità di immagazzinamento (spazio) e la velocità delle nostre comunicazioni (tempo) non stanno tenendo il passo dei mutamenti e delle trasformazioni in atto. Un flusso di linguaggio e di neurostimolazione travolge la facoltà di elaborazione razionale e di esperienza emotiva.

Questo insieme di mutazioni della nostra soggettività biomediatica nell’infosfera sono radicali e condizionati anche da un fattore anagrafico. La “Generazione X” (che va dal 1965 al 1980) è stata l’ultima generazione ad avere chiara distinzione tra ambienti online e offline.
Le Generazioni Y (dal 1980 al 2000) e Z (dal 2000 in poi) trascorrono già la maggior parte del proprio tempo connessi, interagendo in un ambiente in cui sono presenti agenti artificiali e ibridi, vale a dire in parte umani e in parte artificiali, condizionati da algoritmi di comportamento e di influenza molto sofisticati.
Gli italiani sono esposti per un periodo sempre maggiore all’informazione, il 42,37% è connesso minimo 4 ore al giorno, la generazione Z, per il 73,85%, si connette 4 ore al giorno o più.

Link

Si allega di seguito il Rapporto infosfera 2018 e la pagina dove si può approfondire l’argomento: https://www.unisobmedialab.it/infosfera-2018/